Laura,soldatessa amica del boss casalese


di Matilde Andolfo

NAPOLI - Grandi occhi neri, lo sguardo dolce e sorridente. Laura Titta, venticinque anni, sembra una ragazza come tante. E invece, la soldatessa in servizio nella caserma di Ascoli Piceno (la stessa diSalvatore Parolisi, caporalmaggiore e istruttore nonché marito di Melania Rea uccisa il 18 aprile scorso nel teramano, una concomitanza che getta nuove e inquietanti ombre sull’intera vicenda) nascondeva un terribile segreto: era l’autista del boss Emilio Di Caterino, reggente del clan dei casalesi dopo l’arresto di Setola. Non solo. Spesso e volentieri Laura offriva al clan anche i servigi tipici di una brava donna di casa, come cucinare e stirare gli abiti. La verità, in tutta la sua crudezza, emerge dalle intercettazioni e dalle testimonianze dei pentiti (tra cui lo stesso Caterino) contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari Dario Gallo su richiesta dei pm Catello Maresca, Cesare Sirignano e Giovanni Conzo. Il particolare vezzoso del foulard, le ciglia lunghe e curate sono gli unici elementi di una femminilità perduta. Già. Perché Laura appare come «una tipa tosta», dominante anche nel rapporto di coppia. Laura Titta non esita a maltrattare i suoi ex. Il primo, Giuseppe Madonia, lo fa picchiare selvaggiamente attirandolo in una trappola. L’altro Giovanni Mola, collaboratore di giustizia, anche lui vittima di una spedizione punitiva (reo di non aver restituito l’auto dopo due giorni) racconta che per gelosia la soldatessa gli aveva impedito di accompagnare l’amica in comune Angela a casa del boss: «Che ci vai a fare? C’è ancora la moglie». Laura Titta era disposta a tutto, anche ad uccidere il suo ex ragazzo Giovanni qualora l’avesse tirata in ballo. Con lei ieri sono finiti in manette undici persone, tra cui un’altra donna: l’amica del cuore Francesca Maisto.

[da http://www.leggo.it/articolo.php?id=127229]

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