Brunetta: «Basta con questi certificati anti-mafia»


«Una delle vitamine per la crescita è la semplificazione. Perchè famiglie e imprese devono fornire certificati alla pubblica amministrazione che li ha già in casa? Basta certificato antimafia. Basta pacchi di certificati per partecipare ai concorsi.  Ci sono tante riforme che non costa niente ma che producono crescita». Renato Brunetta ne spara un'altra, a margine della presentazione del nuovo logo della Pubblica Amministrazione.


«Nel sacro fuoco della semplifica zione amministrativa che, fin qui, ha soltanto complicato la vita a tutti, il ministro Brunetta vuole bruciare la certificazione antimafia per le imprese. Leggiamo sui giornali indiscrezioni che legano il rinnovato interesse per la crescita di questo governo al mai sopito amore per i condoni, tombali o no, che potrebbero trovare spazio tra le misure anti-crisi. Ecco le idee dell'esecutivo Berlusconi per la crescita: meno legalità per tutti». Questo il commento del vicepresidente dei deputati Pd Ventura alle indiscrezioni sui piani del governo per favorire la crescita.

Poi arriva la precisazione del mininistero: «Non «scomparirà» il certificato antimafia ma solo l'obbligo della sua presentazione: lo sottolinea il portavoce del ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, rispondendo alle riserve avanzate dopo il suo annuncio di stamane da esponenti del Pd.

«Preso dal sacro fuoco della banalità politica, il Partito Democratico non ha perso un solo minuto a riflettere su questa importante proposta di semplificazione, preferendo chiosare il tutto con l'abusato slogan 'Meno legalità per tuttì. Che tristezza. I conservatori della sinistra - si legge in una nota del portavoce di Brunetta - non riescono a capire che accadrà esattamente il contrario, in quanto la certezza dei dati non diminuirà ma verrà semmai rafforzata: invece di chiedere al singolo imprenditore di fare il fattorino tra le amministrazioni, saranno infatti queste ultime a procurarsi direttamente presso gli uffici competenti la documentazione richiesta». «Tant'è vero - prosegue la nota - che le amministrazioni certificanti dovranno individuare un ufficio responsabile per tutte le attività volte a gestire, garantire e verificare la trasmissione dei dati o l'accesso diretto alle informazioni da parte delle amministrazioni procedenti. Solo così arriverà a compimento il cammino intrapreso sin dal 1997 con le prime norme sull'autocertificazione, che potrà adesso cedere finalmente il passo alla »decertificazione».

Il Pd punta il dito sul ministro. «Il ministro Brunetta chiarisca esattamente che cosa intende dire quando parla dell'ipotesi di eliminare l'obbligo per le aziende di presentare il certificato antimafia. Di certo non potrà essere accettata una misura che rende più fragile il sistema di controllo dello Stato», dice Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Partito Democratico, osservando che «la semplificazione è fuori tempo massimo». «Il ministro Brunetta, che fa parte di una maggioranza che ha governato in Italia per otto degli ultimi dieci anni, propone ora per lo sviluppo del Paese una semplificazione che - avverte l'esponente Pd - rischia di indebolire i presidi antimafia di cui ci siamo dotati in questi anni. La penetrazione delle mafie in ogni tipo di gara o di appalto per opere pubbliche è un dato crescente ed è noto a tutti».


«È evidente che il ministro Brunetta volesse lanciare una provocazione. Proponendo l'abolizione della certificazione antimafia, Brunetta ha voluto dirci: se un indagato per mafia può fare il ministro, con la benedizione del ministro dell'Interno, perchè mai le imprese dovrebbero farsi rilasciare dagli uffici periferici del ministero dell'Interno, la certificazione antimafia?».

Così il capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Antimafia, Luigi Li Gotti ironizza sulle affermazioni del ministro della Pubblica Amministrazione sostenendo: «Brunetta ha ragione: la mafia (prima con Cosentino, ora con Romano) è, evidentemente, una componente della maggioranza e del governo». «Brunetta, quindi, ha il merito di non essere ipocrita» conclude Li Gotti. 

[fonte]

Nessun commento:

Posta un commento

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...