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| da VociDallaStrada | 
Silvia Todeschini da Gaza, ci ha informati che da ieri sera, 7 
ottobre si è unita allo sciopero della fame in solidarietà con i 
prigionieri, nell'iniziativa promossa da Addameer
«Durante le "indagini" mi facevano stare voltato contro il muro con le mani legate ed una gamba alzata. Se appoggiavo la gamba mi picchiavano. Oppure mi sedevano su una sedia con le mani legate dietro e i piedi legati in maniera da farmi tenere le gambe divericate, poi mi davano calci sulla pancia e sull'inguine. Mi facevano stare tutto il giorno sotto il sole. Se avevo sete una soldatessa versava l'acqua a pochi centimetri dal mio volto in modo che cadesse per terra. Sono stato 30 giorni in isolamento in una stanza di un metro per un metro. Le "indagini" sono durate 70 giorni. Avevo 16 anni»(Saber, Beit Hannoun)
I 
prigionieri palestinesi nelle  carceri israeliane vengono sottoposti a 
tortura, ci sono prigionieri  minorenni, vengono imprigionati in 
detenzione amministrativa senza  nessuna accusa. Ai prigionieri 
provenienti da Gaza è proibito vedere le  proprie famiglie, come forma 
di punizione collettiva conseguente  all'imprigionamento dl soldato 
Gilad Shalid. Il fatto che vengano  imprigionati in prigioni situate nei
 territori del '48 e non a Gaza o  nella Cisgiordania è contrario alla 
legislazione internazionale. 
Da
 10 giorni ormai i prigionieri  si rifiutano di mangiare e di 
collaborare in alcun modo con le autorità  carcerarie. Hanno indetto uno
 sciopero della fame di durata  indeterminata. La loro situazione si è 
aggravata in seguito ad una  dichiarazione di Netaniahu, che, nel giugno
 2011 chiede che vengano  aboliti «i privilegi garantiti ai prigionieri 
palestinesi». Ma di quali  privilegi stiamo parlando? Le richieste dei 
prigionieri palestinesi  includono:
-
 la fine  dell'isolamento dei prigionieri (alcuni dei quali sono in 
isolamento da  10 anni) in particolare la fine dell'isolamento per 
Akhmed Sa'adat,  leader del PFLP
- consentire di avere un'istruzione e studiare in carcere
- consentire le visite dei familiari (in particolare per i prigionieri di Gaza, a cui sono proibite)
- fine delle multe
- fine delle incursioni e delle perquisizioni umilianti in carcere.
- smettere di legare mani e piedi dei prigionieri quando ci sono le visite delle famiglie e degli avvocati
- cure per chi è ammalato
A
 causa di questo sciopero della  fame i detenuti vengono repressi con la
 forza. I sionisti hanno messo  in isolamento dozzine di detenuti e 
spostato i leader della protesta. Si  è fermata la distribuzione dei 
medicinali anche per i prigionieri più  anziani, che non ricevono nè 
cure nè cibo. Sono stati loro tolti i sali  che gli scioperanti usavano 
per mantenere un quantitativo salutare di  sali nel corpo durante il 
digiuno, sono state fatte incursioni e  perquisizioni nelle celle, e 
sono stati usati lacrimogeni contro i  detenuti.
In
 solidarietà alla protesta ci  sono manifestazioni sia a Gaza che nella 
Cisgiordania, e ci sono decine  di palestinesi  che si aggiungono allo 
sciopero della fame pur non  trovandosi in carcere. Qui a Gaza, in 
particolare, è stata allestita una  tenda vicino alla sede della croce 
rossa per chi digiuna. Da questa  sera, anche io e altri ISMers, per 
quello che potrà servire a conveire  l'attenzione sulla loro protesta, 
ci uniremo a questo sciopero delle  fame.
Silvia Todeschini
 

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