La giornata del sorriso

 di Liborio Martorana Senior

C'era una bella aria questa mattina nella palestra di Valeria Grasso, un'aria frizzante e coinvolgente, con i visi delle persone, che, quando li incrociavi, ci trovavi stampato sopra un enorme sorriso e degli occhi che ti mettevano subito a tuo agio. Sto parlando della palestra nel quartiere San Lorenzo, quartiere ad alta densità mafiosa, regno della famiglia Madonia prima e di Salvatore Lo Piccolo poi.
Già, quella palestra che creò tanti di quei grattacapi a Valeria da essere addirittura presa assieme ai suoi bambini e nell'arco di due ore trasferiti in una località segreta per l'attuazione di un programma di protezione come quelli che si utilizzano per i pentiti di mafia o per i testimoni di giustizia.

Ma Valeria Grasso non è una pentita, non lo è per il solo e semplice fatto che lei non è una mafiosa quindi di cosa avrebbe dovuto pentirsi?. No lei è una vittima di mafia, e malgrado fosse vittima un bel giorno ha deciso di non esserlo più, conscia dei pericoli che lei e la sua famiglia potevano correre decide di affidarsi allo stato, o ancora meglio ad alcuni uomini che lavorano per lo stato.
Denuncia i suoi estorsori, che vengono arrestati e successivamente condannati per diverse decine di anni di galera.

Ma non è di questo che voglio parlare, io voglio parlare di questa GIORNATA DEL SORRISO che Valeria Grasso ha organizzato nella sua palestra, per bambini e famiglie disagiate.

Ed in questo cosa ha fatto Valeria Grasso?
Armata di coraggio è andata in giro per negozi a chiedere un contributo per questa giornata. In cosa consisteva questo contributo? Lei non ha chiesto soldi, non vuole soldi, lei ha chiesto giocattoli, vestiti, spesa alimentare per questi bambini che altrimenti, e con molta probabilità non avrebbero avuto,  per dare un piccolo aiuto alle famiglie povere che si presentavano, questo ha fatto Valeria Grasso.

Quello che ho visto a parte le facce sorridenti dei ragazzi che aiutavano Valeria, a parte la presenza di un paio di politici, e dei tanti agenti di scorta, ho rivisto lo sguardo della mamma di Valeria, una donna ancora bella malgrado l'età e i dispiaceri, uno sguardo finalmente rilassato, rispetto all'anno prima, quando la incontrai nell'ufficio di Valeria dove ero andato per conoscere meglio questo caso.
Quello che ho visto è stata la solidarietà pura e disinteressata, ho visto persone che arrivavano con i sacchi pieni, come se fossero dei babbo natale in incognita, ho visto un fruttarolo che scaricava un furgoncino pieno di frutta e tutta la roba da mangiare che man mano arrivava, ho visto l'abbraccio tra Valeria e la sua amica Sonia, un abbraccio che commuoveva e mostrava quanto fossero vicine.
Ma soprattutto ho visto lo sguardo di Valeria Grasso che era felice, che era felice per quello che stava facendo, per quello che stava dando, era felice per tutte quelle persone che erano andate a portare i loro piccoli gesti disinteressati, ma forse era felice per il fatto che oggi non si è sentita più sola.
Questo ed altro ho visto, fino a quando, l'irruzione vociante di due classi di bambini della scuola elementare Giovanni Falcone dello Zen, non ci ha staccato dal nostro stupore.

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